lunedì 24 giugno 2013

Le bambole di pezza che profumano di pecora

"Per quale motivo ad un bambino dovrebbe piacere un pupazzo dagli occhi e la bocca appena accennati con qualche punto di filo, con tutti i giocattoli che ci sono in giro?"
Questo è stato il pensiero espresso da una nonna che, guarda un po', è cresciuta con un'unica amata bambola di pezza, quasi indistruttibile come possono essere le cose che si fanno con amore. Da bambina era circondata da prati su cui correre a piedi nudi in estate e alberi per arrampicarsi con frutta da raccogliere... Ma c'era la guerra, che porta paura, dolore, fame.
Cosí, qualcuno che non ha avuto giochi di plastica per motivi anagrafici, può pensare che la conquista dell'infanzia felice e spensierata sia questa: tanti giocattoli per ogni esigenza, spesso capaci di pronunciare qualche frase registrata, piangere, o muoversi grazie a delle pile. Ma le privazioni che hanno subito i bambini di una volta non sono da attribuire ai pochi, semplici balocchi che avevano a disposizione, anzi, quei giochi li hanno resi grandi nonostante tutto il resto. 
Davvero i nostri bambini necessitano di oggetti elaborati? Allora perché li troviamo impegnati a scavare nella terra con un pezzo di legno come fosse un attrezzo a cui non si può rinunciare? Perché gesticolano nell'aria come mimi impazziti quando giocano a imitare noi grandi?
Stanno usando la loro fantasia, ed è questo il gioco che li farà crescere, che gli insegnerà a cavarsela nelle mille situazioni che la vita gli presenterà.